Fare il giornalista o il comunicatore non è la stessa cosa, anche se, soprattutto negli ultimi anni, si tende ad associare queste due professioni. La ragione sta nell’avvento di numerosi strumenti di comunicazione, tra i quali i social network, che hanno dato la possibilità a numerose persone di diventare blogger o, come si dice in gergo, creator. Ci sono infatti molti giornalisti che si sono specializzati nella comunicazione online, approfittando anche della possibilità di frequentare corsi specifici, come il master in materia di comunicazione digitale. Sono corsi che si possono seguire anche online iscrivendosi agli atenei telematici come l’Università degli Studi Niccolò Cusano, riuscendo così a fare pratica mentre si studia. Il giornalista e il comunicatore sono accomunati dalla capacità di utilizzare la scrittura o la parola per esprimersi, ma gli obiettivi e la metodologia di realizzazione dei contenuti sono molto differenti, oltre al fatto che il giornalista, per diventare tale, deve iscriversi all’ordine dei giornalisti.
Il giornalista: chi è e cosa fa
La professione del giornalista è disciplinata dalla legge 69/1963, che suddivide la professione in due categorie: giornalisti professionisti e pubblicisti. Per diventare giornalisti ci sono due percorsi: il primo è quello di essere assunti da una redazione dopo il diploma, svolgere 18 mesi di praticantato con conseguente iscrizione al registro dei praticanti e poi frequentare uno dei corsi di formazione realizzati dai Consigli Regionali dell’Ordine dei Giornalisti. Al termine del percorso, è necessario fare l’esame per accedere all’albo e diventare professionista. L’altra strada prevede invece il conseguimento di una laurea magistrale e poi sostituire i 18 mesi di praticantato con la frequenza di una scuola di giornalismo.
Il consiglio è di dedicarsi allo studio di discipline utili a fornire una formazione di base, come lettere, storia o filosofia e di proseguire con corsi post-laurea per perfezionarsi. Il suo lavoro consiste nella redazione di articoli, servizi televisivi, libri, saggi e report e possono avere durate, obiettivi e forme molto diverse. Per essere bravi giornalisti ci si avvale di metodologie molto precise e soprattutto ci si impegna a verificare fonti e informazioni per rendere la comunicazione attendibile e il più possibile oggettiva. Il giornalista si può specializzare in diversi ambiti, a seconda delle proprie aspirazioni e passioni e quindi diventare un punto di riferimento per uno specifico settore.
Il comunicatore: chi è e cosa fa
Per essere comunicatore non ha bisogno di iscriversi a un albo, né conseguire particolari titoli, anche se è fondamentale per essere credibile e ascoltato, avere una preparazione di base nella lingua italiana e nella conoscenza degli argomenti che va a trattare. La sua professione si può declinare in molti modi e non è detto che chi viene considerato un comunicatore lo faccia per professione. Ci sono comunicatori che sono imprenditori, sportivi, politici o figure di spicco in un determinato ambito. A differenza del giornalista, spesso il comunicatore ha l’intento di comunicare la sua idea e direzionarla ai suoi scopi, che non sono sempre rivolti alla mera informazione. Pensiamo ad esempio agli influencer: sono dei comunicatori, ma direzionano il proprio pubblico verso l’acquisto di qualcosa o promuovono un particolare stile di vita. Il ruolo del comunicatore sta inoltre diventando sempre più centrale in ambito economico. Si è passati infatti dagli influencer alla creator economy. Si stima che nel 2020 i 300 milioni di creator, che lavorano soprattutto sui social network, abbiano generato guadagni per 100 miliardi di dollari. Ruoli dunque diversi con aspirazioni differenti. Avere questa consapevolezza permette di leggere con maggiore attenzione i contenuti e scegliere con più sicurezza quelli più affidabili.