LA NOTTE DEGLI EROI: L’INTER BATTE IL BARCELLONA IN UNA SEMIFINALE EPICA

Da 2-0 a 3-3 nei 90 minuti, poi il sigillo di Frattesi ai supplementari per la seconda finale di Champions in tre anni

“Avremo sempre il 4-3 col Barcellona”. Chi ha abbandonato San Siro al novantesimo, convinto che tutto fosse perduto, ha mancato un appuntamento con la storia. Un frammento di vita calcistica irripetibile che rimarrà impresso nella memoria di chi è rimasto fino all’ultimo respiro di una notte di maggio più pazza del normale.

Il dramma in due atti: dal dominio nerazzurro alla furia blaugrana

L’elettricità pervade San Siro fin dai primi istanti. Yamal, il diciassettenne prodigio catalano, sguscia tra le maglie nerazzurre come un serpente a sonagli, ma la gabbia preparata da Inzaghi regge l’urto iniziale. L’Inter segue il proprio spartito con precisione svizzera: palloni in profondità per Dumfries, il coltellino olandese che al 21′ confeziona l’assist per il vantaggio di Lautaro Martinez.

Il Barcellona, schierato con una difesa zemaniana, rischia più volte di capitolare e puntualmente crolla quando Çalhanoglu trasforma un calcio di rigore guadagnato dal Toro dopo un intervento scomposto di Cubarsì. Il 2-0 all’intervallo sembra ipotecare la qualificazione.

Ma il Barça è il Barça. Al ritorno in campo, la squadra di Flick si trasforma completamente. In sei minuti terribili per l’Inter, i blaugrana pareggiano: prima Eric Garcia con un destro al volo sotto l’incrocio, poi Dani Olmo con una conclusione quasi identica, entrambi serviti da Gerard Martin, più utile in fase offensiva che difensiva.

Il ribaltone e la rinascita: San Francesco e San Davide

Il secondo tempo è un lungo assedio catalano. Yamal sfiora il gol con un sinistro dal limite neutralizzato da Sommer, poi a sette minuti dalla fine Raphinha completa la rimonta. Il Barcellona è in vantaggio, molti tifosi interisti iniziano a defluire verso le uscite, convinti che tutto sia perduto.

Ed è proprio quando la speranza sembra evaporare che avviene il miracolo. Al 93′, Dumfries crossa basso dalla destra, in area non ci sono gli attaccanti ma Francesco Acerbi, che si avventa sul pallone e lo spedisce in rete. 3-3, supplementari.

Nei minuti extra, l’Inter ritrova energia mentre il Barcellona accusa il colpo. Al 99′, Taremi serve l’uomo della provvidenza: Davide Frattesi, il ragazzo di Fidene, che con un sinistro preciso batte Szczesny e regala ai nerazzurri il gol del definitivo 4-3. L’esultanza sotto la curva è l’immagine simbolo di una notte indimenticabile.

L’agonia finale e l’apoteosi Inzaghi

L’ultima frazione è pura sofferenza. La pioggia scende copiosa su San Siro, accompagnando minuti interminabili. Al 113′ Sommer si esibisce in una parata alla Julio Cesar, togliendo dall’incrocio un sinistro velenoso di Yamal, come il brasiliano fece con Messi nel 2010.

Alle 23:39 il triplice fischio libera l’urlo di San Siro: l’Inter è in finale di Champions League. La settima della sua storia, la seconda in tre anni. Monaco di Baviera attende i nerazzurri il 31 maggio, contro una tra Arsenal e PSG.

Una semifinale epica con 13 gol tra andata e ritorno, che completa la settimana d’oro della famiglia Inzaghi: Pippo promosso in Serie A col Pisa, Simone di nuovo nell’olimpo del calcio europeo.

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Mentre l’Inter si prepara per la finale di Champions, altre squadre italiane continuano il loro percorso in Europa e pianificano il futuro, come la Lazio che bilancia gli impegni in Europa League con le strategie di calciomercato, puntando su profili come Castrovilli e valutando la posizione di Basic, in un’annata che conferma la rinascita del calcio italiano nelle competizioni continentali.